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Dall'Università di Torino una nuova arma contro i virus.

Pubblicato: Mercoledì 20 dicembre 2017

«Si tratta semplicemente di adescare il bersaglio e dargli un bacio della morte». E' questa la descrizione più "profana", ma allo stesso tempo più rappresentativa, della nuova tecnica inventata dai ricercatori dell'Università di Torino che lavorano all'ospedale San Luigi. Per combattere virus pericolosi come l'Hiv, la Dengue e l'Ebola, il gruppo di scienziati ha unito le forze con i colleghi svizzeri dell'Ecole Polytechnique Federale de Lausanne e ha realizzato artigianalmente un'arma in grado di uccidere questi pericolosi virus.  

In cosa consiste esattamente questa innovazione tecnologica già brevettata e che ha portato il progetto all'interno delle pubblicazioni scientifiche più importanti del mondo? Nella costruzione di nanoparticelle d'oro sopra cui vengono applicate molecole chimiche che spingono i virus a scambiare questi "oggetti" creati dall'uomo per delle cellule da colpire. Una volta attirato, il virus, viene legato dalla nanoparticella che lo distrugge. «Ed ecco il bacio della morte con cui eliminare un virus che si è attirato con l'inganno - racconta David Lembo, ricercatore che ha capitanato il gruppo torinese e docente di Microbiologia e Microbiologia Clinica del dipartimento di Scienze Cliniche e Biologiche -. Il risultato è arrivato dopo tre anni di studio e per convertire questa scoperta in farmaci per i pazienti ci vorranno ancora tre anni. Questo successo, però, non ci sarebbe mai stato se non avessimo messo studiosi delle discipline più diverse seduti allo stesso tavolo». 

Collegamento all'articolo completo su: "La Stampa" del 20/12/2017

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Ultimo aggiornamento: 10/01/2018 10:37
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